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Euro, sterlina e yen: tra cali e rimbalzi di fine settimana

analisi andamento opzioni binarieChiusura di settimana ricca di movimento per le valute internazionali di riferimento contro il dollaro. Cominciamo come nostra abitudine dall’euro, che è rimasto all’interno del range del giorno precedente, tra 1,2427 e 1,2492 EUR/USD, e questa mattina è rimbalzato sui minimi di ieri grazie ai buoni dati di Pil area euro. I risultati sono leggermente migliori delle attese, e dimostrano una crescita di 0,2 punti percentuali su base trimestrale nel terzo trimestre dopo la crescita di 0,1 punti percentuali del secondo trimestre.

Come potevamo attendere, la reazione è stata comunque molto modesta, con il cambio che è rimasto sotto i massimi di ieri. Saranno invece più importanti – per l’analisi della Banca centrale europea e quindi per l’impatto di mercato – i dati relativi al quarto trimestre, e in particolare lo sviluppo dei mesi di novembre e di dicembre. Tenete inoltre in considerazione che nel corso della prossima settimana usciranno i dati ZEW tedesco, PMI e fiducia di novembre.

Per quanto concerne la sterlina, la valuta britannica ha proseguito il calo post-inflation report dello scorso mercoledì, scendendo in area 1,56 GBP/USD contro dollaro e 0,79 EUR/GBP contro l’euro. Non dovrebbe comunque trattarsi di un deprezzamento duraturo, a meno di delusioni dei prossimi dati macro. L’inflation report di novembre non ha infatti dissipato le aspettative di un ciclo di rialzi dei tassi BoE per l’anno prossimo, ma solo fornito indicazioni che suggeriscono che un rialzo già nel primo trimestre sarebbe prematuro.

Lo yen, infine, ha aggiornato i minimi di martedì superando quota 116,40 USD/JPY. Secondo le indiscrezioni ribaltate dall’emittente pubblica giapponese NHK, il premier Abe potrebbe presto annunciare leenzioni anticipate, probabilmente subito dopo la pubblicazione dei dati di Pil del terzo trimestre (cioè, lunedì).

In questo caso, la scelta sulla seconda tranche dell’aumento dell’imposta sui consumi verrebbe demandata al nuovo governo. Un dato di Pil debole aumenterebbe la probabilità di un rinvio dalla data attualmente programmata, di ottobre 2015.

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